Per la terza
volta consecutiva (in A non succedeva dal 1953) la Sampdoria porta via il Derby
della Lanterna. Genoa che parte meglio, ma non sfrutta le sue chance. E allora
la Sampdoria punisce e vince col cinismo della grande: Ramirez nel primo tempo,
Quagliarella nel finale. Samp sesta in classifica a -1 dalla Roma, Genoa che
resta con una sola vittoria in campionato.
Vincere col cinismo della grande. Evidentemente, alla Sampdoria volante di
Marco Giampaolo, in questa stagione riesce anche questo. Già perché forse il
Genoa parte meglio, ma poi è messo all’angolo da una Samp superiore nel saper
sfruttare al meglio le proprie occasioni e nel gestire poi la partita. I
blucerchiati conquistano così il terzo derby della Lanterna consecutivo,
riscrivono un pezzettino di storia e volano altissimi, con un sesto posto a -1
dalla Roma (e con una partita in meno) che almeno in questa prima parte di
campionato sembra voler riscrivere le ambizioni di una squadra partita
sostanzialmente per trovare “solo” una salvezza tranquilla. Salvezza che per
l’altra parte della città, quella rossoblu, sarà invece materia ben più
complicata: con una sola vittoria fin qui in campionato, ci sarà da sudare non
poco. E Juric, di nuovo, ora rischia il posto.
La cronaca
Lapadula
subito con un tentativo di accrobazia dopo nemmeno un minuto; Taarabt
con l’esterno dopo un buon contropiede lanciato da Izzo; poi ancora Lapadula,
con una mezza rovescia fuori di un nulla quando era solo davanti a Viviano.
Insomma, a partire meglio sarebbe stato il Genoa, ma non aver concretizzato tre
buone occasioni – di cui una, l’ultima, abbastanza clamorosa – costo cara alla
squadra di Juric. Sì perché alla Samp bastano tre tocchi: rinvio di Viviano,
testa di Zapata
e tocco sotto di Ramirez – bravo a scappare alle spalle del difensore – per
punire oltremodo un Genoa che forse aveva combinato fin lì di più. Ma la legge
del calcio non perdona il Grifone, che infatti poi sbaglia ancora: Rosi,
poco dopo il gol subito, perde un tempo di gioco tutto solo dopo un cross da
sinistra che l’aveva pescato libero sul secondo palo; la successiva traversa
superiore è solo una conseguenza di un’occasione gestita male. Insomma, a
riposo il Genoa ci va sotto nonostante il buon atteggiamento e le migliori
chance create; mentre la Samp, sorniona, mostra evidentemente la tipica
differenza di livello di chi sa fare male alla prima occasione.
Una trama
ancor più evidente nella ripresa, dove il Genoa scende e crea meno e la Samp
può gestire ancor più facilmente il possesso palla. Quagliarella poi non
concretizza la chance regalatagli da un retropassaggio di Rossettini,
ma ha tempo di rifarsi nel finale. Zapata infatti è ancora l’uomo in più, con
l’assist dopo il liscione di Zukanovic per il 2-0 dell’attaccante napoletano
che suggella un secondo tempo dove il Genoa non era praticamente mai stato
pericoloso – se non con un colpo di testa di rigori – e che vale così il sesto
posto in classifica a quota 23 punti.
La
statistica
Il Genoa ha
perso gli ultimi 3 derby: in Serie A non succedeva addirittura novembre 1953.
Il migliore
Zapata. Una spina nel fianco della difesa genoana. Non segna
ma lotta e si batte su ogni pallone, entrando in entrambi i gol con due assist
degni del centravanti-simbolo della squadra: perché non conta solo segnare, ma
serve soprattutto integrarsi nei movimenti collettivi. Cosa che il colombiano a
Bogliasco sembra aver fatto alla grande.
Il peggiore
Rosi. Lento, prevedibile e tecnicamente non all’altezza.
Si mangia una grande occasione con un controllo non degno della situazione.
Il tabellino
Genoa
(3-4-2-1): Perin;
Izzo, Rossettini, Zukanovic; Rosi (54’ Lazovic,
dall’87’ Pellegri), Veloso,
Omeonga, Laxalt; Rigoni (67’ Pandev),
Taarabt; Lapadula.
Sampdoria
(4-3-1-2): Viviano;
Bereszynski; Silvestre, Ferrari,
Strinic; Praet (77’ Alvarez), Torreira, Linetty; Ramirez (61’ Barreto);
Quagliarella, Zapata (87’ Caprari).
Gol: 24’ Ramirez, 84’ Quagliarella.
Note – Ammoniti: Bereszynski, Ferrari; Lapadula, Veloso,
Rossettini, Taarabt.
Eurosport.com

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